Restituzione pubblica del laboratorio teatrale del Liceo Classico “G. Leopardi” di Aulla coordinato da Andrea Battistini

Durante le 80 ore di laboratorio abbiamo imparato insieme a comprendere profondamente cosa diciamo e perché lo diciamo. Poi nel limite del tempo, del talento specifico, della esperienza, quello di fare uscire la voce dall’anima e dal cuore concentrando l’attenzione dei giovani interpreti sui fondamenti della costruzione dei personaggi, sulla relazione tra gli stessi, sull’importanza del sottotesto, della parola e del gesto come basi del gioco della messa in scena, sulla coralità e l’urgenza di raccontare una storia.

La scelta di Aristofane è nata per contestualizzare il lavoro nel percorso didattico dei ragazzi, allievi di un Liceo Classico. Ma anche perché attraverso i suoi versi irriverenti e politicamente scorretti ci potessimo accostare ai temi trattati con gioia e divertimento. Lisistrata, Le donne al parlamento, La Pace, Gli Acarnesi i testi, pretesti, su cui giocare e riflettere.

Un’occasione per avvicinarsi insieme al tema della guerra e della condizione femminile.
Aristofane, prendendoci per mano, ci guida in un percorso di esplorazione di qualcosa a noi così distante eppure sempre possibile e incredibilmente vicino, come il conflitto Russo – Ucraino ci insegna.
(Non dimenticando le innumerevoli guerre che affliggono a latitudini a noi lontane milioni di esseri umani.)

Ognuno dei partecipanti è andato a scovare, nascosto in qualche cassetto o in polveroso angolo di una cantina o di una soffitta, l’album di famiglia legato alla guerra. Bisnonni, nonni di ognuno di noi ci hanno prestato le loro storie aiutandoci a comprendere più profondamente quelle dei protagonisti dei versi di Aristofane.

Eccole ed eccoli: la nonna Maria morta sotto le macerie della cucina colpita da un bomba mentre, ostinatamente, preparava da mangiare per i figli e le sorelle già corse nei rifugi. Ecco la sorella Tina sdraiata in piazza delle Erbe il 7 Luglio. La nonna Gina incinta di mia madre mentre il nonno Lino era e lo sarebbe stato per oltre tre anni, internato in un campo di prigionia nel deserto africano. E Nonno Andrea, fuggito ad un rastrellamento fascista e costretto al confino fino alla fine della guerra. E.. e…